I volti
Chaffoteaux

TANTI PROFESSIONISTI,
UN UNICO OBIETTIVO

Matteo Colombo

Vi presentiamo Matteo Colombo, responsabile tecnico Baldina, azienda con 40 anni di esperienza che fornisce assistenza e manutenzione impianti nelle province di Varese, Como, Milano e Novara.
Partita con 6 dipendenti, oggi Baldina ha raggiunto i 30 addetti che operano nelle due sedi di Tradate, in provincia di Varese.


Da quanti anni lavori con Chaffoteaux?

Ci siamo avvicinati a Chaffoteaux nel 1996, quando io ho iniziato questa attività e prima che il marchio entrasse nell’orbita di Ariston Thermo.

Quali sono i motivi che ti legano al marchio Chaffoteaux?

Mi piace Chaffoteaux soprattutto per la genuinità, la capacità di ascoltare e apportare le modifiche che vengono suggerite da chi lavora sul campo. L’azienda ci ha dimostrato, nei fatti, di esserci vicina e di non essere la solita multinazionale che sente la voce dei centri di assistenza ma con un atteggiamento fine a se stesso.
Ogni volta che abbiamo indicato possibili miglioramenti dei prodotti, Chaffoteaux li ha recepiti mentre, per quanto riguarda il service, ha saputo creare quei servizi che hanno migliorato il rapporto tra utente finale e centro assistenza.
Questo è sicuramente un valore aggiunto del marchio Chaffoteaux.

Come avete gestito l’assistenza in questo periodo di lockdown?

a connettività è stata fondamentale nella fase di lockdown, perché ci ha permesso di individuare da remoto diverse piccole problematiche.
In alcuni casi abbiamo programmato un intervento successivo, perché si trattava di inconvenienti di poco conto, in altre occasioni siamo subito intervenuti, in sicurezza ovviamente, per risolvere il problema.

Quanto è importante la connettività per il vostro lavoro?

La connettività è importantissima per un centro di assistenza.È certamente molto utile nelle caldaie, che comunque sono un prodotto affidabile e dalla tecnologia ormai consolidata. Noi ne gestiamo molte e non abbiamo mai avuto problemi particolari. Forse in questo caso la connettività serve più all’utente finale per regolare la temperatura, l’accensione e lo spegnimento.Diventa invece imprescindibile su un prodotto più complesso come la pompa di calore, con molti parametri da monitorare, fondamentali per fare una diagnosi su eventuali problematiche, o anche solamente per verificare i consumi del sistema.
E diventa essenziale per il centro di assistenza, perché ci permette di controllare il funzionamento dell’impianto in qualsiasi momento della giornata e in qualunque fase atmosferica. In pratica, la connettività ci permette di fare la differenza rispetto ad altri marchi che non la usano o la usano in maniera blanda rispetto a Chaffoteaux.

Ci fai un esempio pratico?

Potrei fare diversi esempi. Nel lockdown abbiamo visto piccoli errori di circolazione e pre-segnalazioni di problemi a sonde che ci hanno permesso di anticipare il fermo macchina. Spesso siamo intervenuti senza che il cliente si accorgesse minimamente del problema. Mi sembra uno straordinario esempio di efficienza.Aggiungerei un altro vantaggio per l’utente: la diagnostica che mostra l’andamento dei consumi di metano o corrente con grafici chiari e comprensibili non è solo un bel gioco per gli appassionati ma regala a ogni cliente un’esperienza unica di utilizzo del prodotto.

In azienda registriamo un interesse crescente per i sistemi ibridi. Qual è la vostra esperienza con questa tecnologia?

Noi conosciamo gli impianti ibridi proprio grazie a Chaffoteaux. Abbiamo iniziato circa 6 anni fa, quando questi prodotti erano pressoché sconosciuti e diverse multiutility li utilizzavano in abbinamento al fotovoltaico. 
Questo ci ha consentito di acquisire parecchia esperienza lavorando con i primi prototipi e seguendo poi l’evoluzione dei prodotti.Oggi ne gestiamo parecchi e registriamo una grande soddisfazione da parte dei clienti.Certo parliamo di sistemi molto complessi, in cui la regolazione dei parametri è essenziale e la figura del service fondamentale, così come l’attenzione in fase di collaudo per calibrare al meglio i consumi e soddisfare le esigenze dell’utente finale.

Quanto conta l’aggiornamento nel vostro settore?

Per noi la formazione è fondamentale e quella di Chaffoteaux non l’ho ritrovata in nessuna delle altre aziende con cui lavoro perché è precisa e professionale nello spiegare il funzionamento di qualsiasi apparecchio.

In 23 anni ho fatto molti corsi e acquisito una notevole esperienza ma non ho mai trovato una formazione migliore. Sono assolutamente soddisfatto della qualità del servizio della casa madre che offre a noi centri di assistenza l’opportunità di crescere

Un’ultima domanda: come vedi il futuro dei Centri di Assistenza Tecnica?

Credo che la tecnologia avrà un ruolo sempre più centrale e segnerà il futuro della nostra professione.

Se all’inizio molti miei colleghi la vedevano come una perdita tempo adesso si stanno ricredendo perché l’evoluzione dei prodotti su cui dobbiamo intervenire – pompe di calore in primis – mette la diagnostica e la connettività al primo posto.

Io vedo un mondo connesso e noto un interesse crescente anche negli utenti finali, che chiedono impianti evoluti e controllabili a distanza. Non parlo solo di giovani con la passione per la tecnologia ma anche dei clienti un tempo più tradizionalisti.

La gente insomma “ci vuole mettere il naso”.

Credo quindi che l’evoluzione del service sarà legata alla connessione con il proprio cliente e mi immagino che nasceranno interventi a distanza, magari per una prediagnosi dell’impianto, che potranno sfruttare la collaborazione del cliente, senza uscire per forza dalla sede.

Su questo punto ci sono ancora delle resistenze nella nostra categoria, anche perché l’innovazione costa tempo e denaro, e sono risorse difficili da trovare in una fase come questa. 

Il lockdown, però, con la diffusione dello smart working, ci ha mostrato che anche l’interazione tra clienti e centri di assistenza può essere diversa, più smart appunto. D’altra parte la connettività nasce proprio per evitare i problemi sul nascere, perché non dovremmo sfruttare questa opportunità di lavorare meglio?